Chiara e... Francesco

CHIARA, IL VOLTO FEMMINILE DELLA SPIRITUALITÀ FRANCESCANA
 
Francesco, per l'intuizione che ebbe e la risposta generosa che diede, divenne un esempio mirabile di come si possa realmente imitare Cristo. A un così grande maestro Dio volle dare una discepola e una figliolanza anche femminile, affinché non si potesse dire che tale imitazione fosse possibile soltanto agli uomini.
 
Chiara trasse da Francesco il nettare delle divine grazie e divenne la mirabile pianticella piantata da Francesco, la splendida versione femminile del francescanesimo. In nulla Chiara si discostò dall'esempio del suo Santo Padre Francesco. Insieme condividevano il loro ardore per il Signore e la totale incondizionata disponibilità ad essere strumenti del Suo amore. Insieme si confrontavano nel discernere quale fosse la volontà di Dio per compiacerlo in tutto, poiché questo era il desiderio centrale dell'anima loro. Racconta sora Filippa, una delle maggiori testimoni del processo di canonizzazione, che Chiara in una visione si guardò in Francesco e "Ce se vedeva tutta come in uno specchio."
 
Unica fu la loro spiritualità espressa in due diversi modi di vita che ci offrono la segnaletica di come vivere la nostra appartenenza a Dio e aderire al suo piano d'amore per noi.
 
Gesù crocifisso fu il libro vivo alla cui scuola entrambi appresero il senso, il significato, il mistero e la potenza dell'amore. E fu la luce della Risurrezione splendente dietro la Croce ad animare l'ardimento della loro gioia intima ed effusiva, pur nelle estreme difficoltà.
 
Allo stesso modo l'Incarnazione di Dio, che scelse la povertà come sua dimora, li spinse a seguirne le orme fedelmente. Tutto si mosse in loro per innamoramento.
 
Entrambi non ebbero remore a lasciarsi toccare il cuore dall'amore divino così profondamente da corrispondervi con tutta la generosità umanamente possibile.
 
Una generosità maschile quella di Francesco, che unì alla vita contemplativa una vita attiva intensa e ardimentosa. Una generosità femminile quella di Chiara che fece del suo cuore una fucina di intraprendenza tutta spirituale, i cui effetti furono tali e tanti che il tempo non è riuscito ad affievolirne l'ardore, tramandandone di generazione in generazione l'insegnamento e l'esempio.
 
Amava Francesco con santo fervore il suo Signore. A Lui, l'Altissimo, elevava lodi eccelse, sublimando la poesia del suo cuore di piccolo uomo. Al suo canto di lode partecipava in coro l'intera creazione con le sue creature.
 
Amava a sua volta Chiara con il suo animo femminile sinceramente, totalmente e intensamente il Signore, lo amava di quell'amore attinto dal cuore di Francesco e, amandolo, si lasciava lavorare nell'intimo dalle sue mani di Artista divino come la creta fra le mani di un vasaio. 
 
Lasciandosi guidare dallo Spirito del suo Signore, ebbe il coraggio, assieme alle sue sorelle, di scrivere una sua regola: prima volta nella storia della Chiesa.
 
Cosa ci insegnano Francesco e Chiara? Che la santità è possibile a tutti, che la povertà di spirito ci permette di godere della ricchezza più grande che è Cristo in noi, che la semplicità ci rende ogni cosa più facile, che la felicità appartiene ai santi.

A cura del Monastero "San Nicolò" di Osimo

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