Monastero S. Agnese - Montone (PG)

MONASTERO S. AGNESE


Monastero S. Agnese
Via Roma, 29
06014 Montone (PG)
Tel. 075 9306140
monastero.santagnese@gmail.com










 

Cenni storici del Monastero “S. Agnese” delle Clarisse di Montone
 
La genesi del monastero di “S. Agnese” è da porre in relazione con la diffusione del Terz’Ordine francescano femminile, introdotto nell’Alta Valle Tiberina, al principio del Quattrocento dalla Beata Angelina da Marsciano.
 
Esisteva  anche a Montone, documentata fin dal 1492, una comunità di donne laiche che desideravano vivere il Vangelo, secondo l’esempio di S. Francesco d’Assisi, in povertà e castità.
 
Maturò lentamente tra le religiose il progetto di vivere in comunità, ma solo nel 1560, grazie al contributo concesso dalle autorità locali, le terziarie montonesi riuscirono ad acquistare delle case e a ristrutturarle: si tratta dell’immobile che corrisponde all’attuale monastero di via Roma. Il 1560 può essere considerato, quindi, l’anno di fondazione del monastero.

Come gran parte delle realtà religiose in Italia, anche questo monastero nel XIX secolo subì  due soppressioni, nel 1810 e nel 1889, ma nel 1895 le Terziarie francescane riuscirono a rientrare nel proprio monastero, riscattandolo pezzo per pezzo con  grandi sacrifici.
 
Dall’inizio del Novecento la comunità religiosa si impegnò in attività a servizio della comunità montonese: dal laboratorio di ricamo e maglieria all’accoglienza delle piccole orfane della prima guerra mondiale, dall’asilo infantile alla cura dell’attigua chiesa parrocchiale…

Nel 1955 ci fu un’importante svolta della storia del Monastero di S. Agnese: la comunità, rispondendo a istanze della Santa Sede e a rinnovate  esigenze  evangeliche, decise di passare al Secondo Ordine Francescano (Clarisse) fondato da S. Chiara e S. Francesco d’Assisi, lasciando le attività esterne e accogliendo la forma di vita claustrale, dedicata interamente alla preghiera, in fraternità.

"Per noi il Figlio di Dio si è fatto via, e questa ci mostrò e insegnò con la parola e con l'esempio il beatissimo padre nostro Francesco" (Dal Testamento di S. Chiara)
                            
 


LA NOSTRA VITA E'...



 

…PREGHIERA
 

“Siate fiaccole che accompagnano il cammino degli uomini e delle donne nella notte oscura del tempo. Siate sentinelle del mattino che annunciano il sorgere del sole. Con parole semplici, ruminate nel silenzio, indicateci Colui che è via, verità e vita”. 
(Papa Francesco, Vultum Dei Quaerere)



Orario della nostra preghiera:

  • 6.30 Ufficio delle letture e Lodi
  • Adorazione Eucaristica
  • 8.15 Ora III
  • 12.00 Ora VI
  • 15.00 Ora IX e Rosario
  • 18.00 S. Messa
  • 18.30 Vespri e meditazione
  • 21.15 Compieta




 

…LAVORO



 



“Le sorelle alle quali il Signore ha dato la grazia di lavorare, lavorino con fedeltà e devozione e di un lavoro che sia onesto e di comune utilità, in modo che, bandito l’ozio nemico dell’anima, non estinguano lo spirito della santa orazione e devozione”.
(dalla Regola di S. Chiara)







I NOSTRI LAVORI

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lavori clarisse montone
  • Icone incollate su legno e su pietra,
  • rosari realizzati con semi coltivati nel nostro giardino, in legno e corda,
  • segnalibri,
  • portachiavi,
  • astucci,
  • copri breviario e copri Bibbia in stoffa e pelle,
  • servizi da altare ricamati,
  • vestine da battesimo ricamate,
  • komboskini (rosario del pellegrino),
  • ecc...


>> Per ordinare/info sui nostri lavori, contattaci: 

Tel. 075 9306140
monastero.santagnese@gmail.com


IL LABORATORIO ICONOGRAFICO "MUSCERAKA" (icone dipinte)

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“Musceraka” è il nome del nostro laboratorio iconografico; in arabo significa “comunione”. Un’icona non può che nascere dalla comunione, unica condizione perché la preghiera sia gradita a Dio.                     

“Solo l’amore crea”
, affermava S. Massimiliano Kolbe. Nella preghiera e nella vita comune nascono le nostre icone!

Che cos'è un’icona

L’icona non è una semplice immagine, è “luogo” di incontro e relazione; lo scopo principale dell’iconografia non è tanto quello di realizzare un’opera “bella”, ma quello di annunciare, manifestare, esprimere una realtà spirituale. “Ciò che il Vangelo ci dice con la parola, l’icona lo annunzia con i colori” (Concilio di Costantinopoli). Ecco perché un’icona non si dipinge, ma si scrive, perché la sua funzione è rappresentare graficamente e artisticamente ciò che è contenuto nella Scrittura.

Nelle icone tutto ha un valore simbolico: la tavola rimanda al legno della croce di Cristo, il gesso sopra il quale si scrive l’icona, rappresenta la pietra angolare che è Cristo stesso e la pietra del sepolcro, la tela che si pone tra il legno e il gesso raffigura il sacro lino su cui fu impresso il volto di Gesù, l’emulsione con la quale si diluiscono i colori è composta da uovo, simbolo della Pasqua (nell’antichità la Pasqua era raffigurata dall’uscita del pulcino dall’uovo), da vino, simbolo del sangue eucaristico, dall’estratto di lavanda a significare l’olio versato da Maria di Betania sui piedi di Gesù prima della sua passione. Anche i colori che sono utilizzati provengono tutti da elementi naturali: terre, vegetali, minerali a simboleggiare l’incarnazione del Figlio di Dio.


L'angolo bello

Lo spazio liturgico è il luogo privilegiato per un’autentica comprensione dell’icona, d’altra parte, l’icona diventa visibilizzazione del mistero celebrato.

L’annuncio della salvezza comunicato dalla liturgia con segni e simboli, con le parole e la musica, viene rappresentato dall’icona attraverso i colori, l’immagine, la luce.

Essa non è solo funzionale alla liturgia, può uscire dallo spazio della chiesa in quanto edificio. San Paolo scrive ai Romani (12,1): “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale”.

monastero clarisse montone
Poiché l’uomo è tempio dello Spirito Santo egli deve fare della sua vita un 
culto spirituale, un rendimento di grazie, una celebrazione della misericordia di Dio. Il luogo specifico di tale culto è la vita quotidiana.

L’icona perciò, accompagna anche la vita del credente, come presenza silenziosa ed orante che prolunga la celebrazione liturgica, divenendone quasi la memoria quotidiana.


L’icona, accompagnata da un cero o una candela, e in modo più completo dal Libro della Bibbia, diventa quello che appunto viene chiamato “angolo bello” della propria dimora.



 

…ASCOLTO E ACCOGLIENZA



“Unite a Dio, ascoltate il grido dei vostri fratelli e sorelle che sono vittime della cultura dello scarto, o che semplicemente hanno bisogno della luce del Vangelo.

Esercitatevi nell’arte dell’ascoltare, che è più che sentire, e praticate la spiritualità dell’ospitalità”


(P. Francesco, Vultum Dei Quaerere)


 



Chi lo desidera può trascorrere qualche giorno di silenzio, ritiro, preghiera nella nostra foresteria.

Organizziamo giornate di spiritualità per giovani, incontri di riflessione e formazione mensili o, semplicemente, si può suonare il campanello e qualche sorella, volentieri, vi accoglierà!


>>Contattaci

 

 

…FRATERNITA’


La vita fraterna della nostra Comunità, in qualsiasi forma si esprima:
 
  • preghiera,
  • lavoro,
  • condivisione dei beni materiali e spirituali,
  • servizio reciproco nella carità, nel perdonarci, nel sostenerci a vicenda,
  • accoglienza dei fratelli e delle sorelle che desiderano sostare qualche giorno per pregare e stare con il Signore,

sgorga dalla scoperta di essere fortemente amate da Dio e di essere chiamate a diventare come il Figlio suo Gesù, a lode della sua gloria, per mezzo della vita nuova nello Spirito Santo.
 


Chiara, come Francesco,
aveva ben capito
che importante non è
attraversare mari e monti,
sconfiggere eserciti o possedere
tutte le ricchezze della terra:
importante è il “dono”
che si ha nel cuore,
e l’amore
che rende condivisibile
questo tesoro prezioso.
 

 


Allora
anche in un piccolo monastero, 
con il ritmo delle giornate
sempre uguale, 
vivendo sempre
con le stesse persone,
si può sperimentare
che Dio basta e che,
con Lui,
tutto
è dato in aggiunta.


 

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