La vita

Otto secoli di storia ci separano dal tempo in cui santa Chiara è vissuta. Come possiamo incontrarla?

Tra le fonti che ci raccontano di lei ce n’è una speciale: la testimonianza di quanti deposero al processo di canonizzazione, appena due anni dopo la sua morte.

Possiamo così ascoltare la voce di coloro che l’hanno conosciuta direttamente.

Tra essi c’è Bona di Guelfuccio, l’amica che accompagnava la giovane Chiara ai segreti incontri con Francesco d’Assisi, nei quali lui la illuminava sulle vie di Dio.

Bona ci parla anche dell’attenzione che Chiara allora già aveva verso i poveri: spesso era proprio lei, Bona, a portare loro quanto l’amica sottraeva al proprio pasto…

Tra i testimoni del processo di canonizzazione ci sono anche alcuni cavalieri  che frequentavano la casa degli Offreduccio: essi attestano la nobiltà del casato a cui Chiara apparteneva, ci dicono che fin da bambina amava Dio e la preghiera, ricordano la sua bellezza e la determinazione con cui rifiutò ogni proposta di matrimonio.

Ma le testimonianze più numerose sono le compagne di Chiara, donne che – affascinate dalla sua scelta di vivere in umiltà e povertà come il Cristo Povero – si sono unite a lei nel piccolo convento di San Damiano: sora Pacifica, sora Benvenuta, sora Filippa, sora Amata…

Insieme a queste donne, divenute tra loro sorelle nel nome del Signore, Chiara ha trascorso la sua esistenza in povertà e letizia, nella lode al Signore e nel continuo desiderio di crescere nell’amore di Dio e nella mutua carità.

Le Sorelle descrivono Chiara come una donna innamorata di Dio; questo amore – centro della sua vita – si irradia sulla vita fraterna, si rende visibile nell’attenzione ad ogni persona.

Chiara tradusse la sua esperienza in una forma di vita, scritta probabilmente insieme alle compagne. E’ la prima Regola scritta da una donna. Fino ad allora, infatti, le fonti legislative dei monasteri femminili erano state redatte da uomini.

Grazie alla tenace determinazione che le era propria, Chiara riuscì ad ottenerne l’approvazione da Papa Innocenzo IV, come attesta con soddisfazione sora  Filippa, il 9 agosto 1253.

Due giorni dopo, l'11 agosto 1253, Chiara concluse la sua esistenza terrena rendendo grazie a Dio Padre per il dono della vita, fiduciosa di avere in Lui una buona guida per attraversare la morte, ultimo viaggio verso l’eternità. Ecco le sue ultime parole:

       
       
          “Va' sicura, anima mia…
      perché avrai una buona guida
      di viaggio.

      Va', perché chi ti ha creato
      ti ha santificato e,
      custodendoti sempre
      come una madre custodisce
      suo figlio,

      ti ha voluto bene con amore.
      E Tu, Signore che mi hai creata,
      sii benedetto”
     
(FF 3252)

                                
Il 18 ottobre seguente papa Innocenzo IV chiese che si aprisse il processo di canonizzazione.
Due anni dopo, il 15 agosto 1255, Chiara venne proclamata santa.

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